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Qualche giorno
fa , camminando lungo un terreno incolto in una strada di campagna, sono
stata richiamata da un suono di acqua. Ho attraversato il campo e c'era un
corso d'acqua. Mantrapuṣpam, così è arrivato.
foto Libera Ceccarelli
È un mantra che mi è stato trasmesso per la prima
volta 8 anni fa quando aspettavo mio figlio perché in questo canto è l'acqua ad
essere celebrata come elemento di creazione. Come suggerito nel nostro
percorso dello Yoga, lo ho cantato, cantato per nove mesi in pieno
fiducioso adhyayanam, ascolto da Chandra e ripetizione. Fiducia nell'ascolto e riproduzione dei
suoni. Solo questo inizialmente. Ho assaporato un significato molto dopo. Questo ha
permesso all'ascolto di affinarsi, alla mente di poter lasciare andare
ogni pensiero non necessario a quel che stavo praticando. E
inoltre, ha lasciato che fosse il suono a farsi strada in me, a fare spazio in
me, a preparare sempre più non solo e non tanto la capacità di cantarlo, non tanto la
capacità di far lavorare la mia immaginazione una volta saputo il
significato, quanto quella prima necessaria qualità che dà vita al canto
e valore alla vita : l'ascolto e il desiderio di ascoltare.
L'ascolto è
una grande pratica. Chandraji dice che l'ascolto è un
primo grande Tapas, una disciplina nella sua preziosa accezione che
deriva da discepol*. Altro tema immenso e delicato per noi occidentali.
Per ascoltare,
ci vuole spazio. Se l'ascolto è già pieno di tanti stimoli come oggi può
facilmente accadere, non ascoltiamo. Partiamo dalla cinta muraria di una
cittadella fortificata ( il nostro sistema corpo-mente) che vuole
difendersi . E così invece di lasciar scorrere il flusso
dell'ascolto, siamo già pront* a reagire, a classificare quanto stiamo
ricevendo, a difenderci preparado la nostra risposta già prima che
le parole varchino la soglia delle nostre orecchie.
Così qualche
giorno fa un po' di spazio si è liberato ed ha lasciato entrare l'Acqua. Lei e io insieme a cantare questo antico e
sempre nuovo mantra dello YajurVeda.
Tra i tanti veli di
significato che questo come molti altri mantra offrono a chi lo recita, oggi
quel che posso e vorrei trasmettere qui riguarda proprio l'acqua e
le sue molteplici qualità. L'acqua e la sua possibilità di generare e
creare, di riconoscere la luminosità, di muoversi con fluidità come il vento, di
accogliere il calore e purificarsi nell' incontro col sole, di rinfrescarsi
nell' incontro con la luna,di brillare di trasparente luce propria come le
stelle, di nutrire come la pioggia fa con la terra, di continuare la sua cura e
il suo nutrimento accogliendo il cambiamento nel tempo, in armonia con le
stagioni che cambiano e passano. Questo è un piccolo seme di orientamento del
mantra. Ma ripetiamo che nell'esperienza del canto che continua e si disvela nel tempo altri profondi e possibili significati emergeranno. Abitiamo la possibilità, come ci ricorda anche Emily Dickinson.
Rimaniamo apert*
alla trasformazione del nostro ascolto. Della nostra capacità di accogliere. Della nostra esistenza.
Rimaniamo apert* all'acqua che
scorre. Così che le nostre orecchie siano un passaggio per l'acqua
che scende fino al cuore.
Possa questo mantra accompagnare, sostenere, celebrare,
cantare l'ascolto in noi.
Possa questo mantra accompagnare, sostenere,
celebrare, cantare l'acqua e le sue qualità presenti in noi.
Ascolta qui MantraPuspam dalla Taittirīya āraṇyaka 1.22
La registrazione non è fatta in uno studio professionale. Speriamo che possiate abracciare nel vostro ascolto anche questo aspetto.