16/04/17

Happy East-er




La magia è cominciata ieri sera. Una serata tutta per Anna e me ad ascoltare la bravissima Rossella Costa al Valvola di Orvieto, locale accogliente, caldo, coraggioso. Serata intima tra madre e figlia, bella, stupenda, deve aver smosso qualcosa. Tornate a casa assonnate e felici. Stamattina sveglia presto, la pratica di Canto all'aria aperta, intensa e dimessa e comincia ad uscire il sole dalle nuvole. Raccolgo i panni stesi, preparo le fragole da portare al pranzo di Pasqua con Gabri, Enzo, sorelle, nipoti. Peppe si alza sta malconcio, febbre? Raffreddore? Infreddolito, acciaccato si sdraia sul divano. Non dico niente, solo che può restare in tranquillità e solo, se sente che questo può essere d'aiuto per la sua salute. I bimbi ancora dormono. Poi vediamo un picchio verde bellissimo in giardino e cominciamo a parlare degli animali totem, dell'importanza di seguire le follie se queste suonano autentiche all'anima, delle priorità, del saper azzardare di svestirsi dagli attaccamenti, dalle passioni, dai nutrimenti dell'ego, perché quando si tocca, anche solo sfiora, Cit, la coscienza che dona luce, lì c'è tutto. E non abbiamo neanche bisogno di giustificare, spiegare, cambiare. Cosa? Chi? La trasformazione si fa. E anche se la strada della follia che nutre sembra più in salita, più tortuosa, più lontana da quella che si ha a portata di piede, il coraggio stesso di aver seguito quella follia che chiama, farà giungere in soccorso ogni aiuto possibile e la strada non sarà tortuosa, faticosa, in salita. Un viaggio avventuroso e ricco di conoscenza. Peppe prende la chitarra e comincia a suonare. Dopo tutta questa bellezza, accendo il cellulare e arrivano messaggi in inglese : Happy Easter. Già è Pasqua, Easter. Che nel mio universo suona come East-er qualcuno o qualcosa che è dell' East, dell' est, forse una forma più antica di Easterner. Dell'oriente. Qualcuno che torna a nascere come fa il Sole, ogni mattina, ad Est.




Benvenuta Rinascita, ti aspettavo. Happy East-er a tutti







Questa speciale orchidea si chiama Peristeria ( dal greco peristerion colomba) elata e cresce spontaneamente nel centro e sud America. La mia amica Roberta, una fata straordinaria, me l'ha fatta conoscere.





26/10/16

Ed io Canterò



Agli uccelli hai donato il canto e loro te lo rioffrono in cambio

A me hai donato soltanto la voce, ma tu chiedi di più, ed io canterò.

(Rabindranath Tagore , Il Paniere di Frutta, LXXVIII)


Sembra che l'acqua della notte passata abbia portato via le albe incerte, la foschia, quell'atmosfera di color giallo ambiguo. L'alba di oggi è tornata a splendere di un giallo chiaro, deciso, regale. La forza con cui sta salendo ora, dona chiarezza, consapevolezza, forza e ci invita a rimanere uniti a Lui, al Sole. Se non fosse stato per il canto, questo filo di unione, sarebbe stato portato via, nella distrazione quotidiana, dai mille impegni apparentemente più urgenti e prioritari. Il Canto si fa priorità. Si fa mezzo ( non tanto fine) per crescere, per superare gli ostacoli, per stare bene e infondere coraggio, fiducia, forza, bellezza ad un mondo confuso come le albe di questi giorni che preparavano nuove scosse della terra, di noi. Fino a quando non si risveglierà quell' antica esperienza che ci rende legati al cosmo, a ciò che accade 'fuori', fino a quando non si risanerà quella ferita tutt'ora aperta che ci ha allontanato dalla nostra essenza, noi continueremo a Cantare. Cantare Canti speciali, suoni speciali, lingue speciali. Sono grata al Canto, alla Voce, alle lingue apprese, veicolo identitario di culture, atteggiamenti, modi di esistere.
Sono grata  ai miei Maestri, tutti quelli che ho incontrato fino a qui e quelli  che oggi mi danno la possibilità di cantare con gioia e risanare le ferite, riallineare ciò che andava storcendosi. Grata agli allievi che sono stati, sono, saranno.
Se aprite bene orecchie e cuore, c'è un canto in attesa di essere accolto da voi. Una promessa di risanamento, di ritorno alla sorgente.




20/08/16

8 8 16



Mi ritrovo a scrivere di lui, con la voglia e il piacere di farlo. Colma di gratitudine. Eppure, io non ho consosciuto personalmente Desikachar, se non attraverso la pratica della mia maestra, Chandra Klee, sua allieva. Qualcosa però è accaduto, semplicemente praticando.
L'8 agosto 2016 TKV Desikachar ha scelto di andare.Ho letto l'articolo di Dr Kausthub Desikachar, suo figlio. L'ho aperto con qualche remora. Ho pianto. Lo ringrazio per tanta bellezza, per tanto cuore. L'Ascensione in questa data, per chi è dentro ormai a percorsi di ricerca e non teme far vacillare il fragile rigore della logica, non è casuale. Così come non era stata casuale la data della sua nascita , il 21 giugno, solstizio d'estate poi affermatasi al mondo anche come Giornata Mondiale dello Yoga. Chi poteva dirlo?
Si dice che il 2016 sarebbe stato un anno molto impegnativo. In questo anno infatti viene chiesto di incarnare la nostra Maestria, la nostra chiamata profonda appieno, e di abbracciarla in maniera totale, senza timori. In questo anno potente, la data dell'8 agosto ha un significato speciale : è momento culmine dell'apertura della Porta del Leone. Si tratta di uno straordinario allineamento planetario in cui la luminosissima stella Sirius B si allinea con la cintura di Orione ed è più vicina alla terra. Già in antichità per gli Egiziani e i Maya , veniva celebrata come una data di buon auspicio, in cui si poteva entrare in contatto ( ascendere/ascensione ) con realtà e regni superiori, momento propizio e straordinariamente favorevole al collegamento con la Maestria che risiede nel cuore e quella che ci fa realizzare il disegno che la Vita ha in serbo per noi.

Namaste Desikachar



08/08/16

Canto e Cuore: Desikachar






Sono termini molto abusati, Canto e Cuore. Eppure è anche grazie a questo uomo se mi sento oggi di usarli , è grazie anche a questo uomo se ho sentito per la prima volta , alla soglia dei 40 anni (!), cosa significhi cantare col cuore, amare il canto e traboccare di gioia e forza nello stesso tempo. Il video è in inglese, è probabile che non tutti possano apprezzare la bellezza di queste parole e di questo uomo che tanto ha dato e continua a dare anche dopo la sua partenza avvenuta oggi. Posterò estratti tradotti di questa bellissima intervista in questi giorni perché credo che Desikachar possa cambiare la Vita ed è importante che le persone possano conoscere il suo modo unico e speciale di trasmettere lo Yoga. Ascoltate la sua voce, il suo continuo passare dal parlato al canto recitando passaggi degli Yogasutra di Patanjali e cercando di far arrivare al cuore delle persone che, come ci ricorda Patanjali , questa antica pratica è Yoga Chitta Vritti Nirodha, loYoga serve a calmare la mente per far sì che la nostra vera e luminosa natura possa manifestarsi. Il successo dello Yoga non sta tanto in un'abilità di assumere delle posizioni quanto piuttosto nella capacità che lo Yoga ha di trasformare positivamente il modo in cui viviamo la nostra vita e le nostre relazioni, recita una sua frase nota. YOGA IS RELATIONSHIP, WITHOUT RELATIONSHIP TRANSFORMATION CANNOT HAPPEN, diceva ( Lo Yoga è relazione, senza relazione non può avvenire trasformazione). La relazione vera, profonda, trasformativa non può nascere se non c'è ANUSHASANAM, quel legame di stima, rispetto, fiducia reciproca tra l'insegnante e l'allievo. Desikachar ha portato avanti la tradizione del Canto Vedico così come trasmessa da suo padre Krishnamacharya, che aveva (ri)aperto l'insegnamento di questa ricca e antichissima pratica alle donne. A loro devo molto, a Chandra Klee, sua allieva diretta, maestra preziosa, devo tanto.

05/05/16

Acqualuce a te Francesco Diego










Claudio Gregorat




Che avventura meravigliosa quella di venire su questa terra, non è vero cavaliere coraggioso?

Hai scelto un giorno di maggio dai colori pastello, di una bellezza indescrivibile, la notte , perché sapevi di venire portando luce per vedere anche nel buio più scuro . 

Abbiamo scelto la casa del Parto Acqualuce di Ostia... sei stato uno degli ultimi bambini a nascere lì...
Capiranno, capiranno l'importanza sacra del nascere così...Siamo qui anche per questo figlio mio. 

Accolto dal più antico dei canti, dal più amorevole dei canti, da una lingua divina protetto.

Forse è anche per questo che oggi continui a calmarti al suono di quelle antiche parole che una donna con un antichissimo nome della Luna mi insegnò per accoglierti e accompagnarti

Si, siamo infiniti, hai ragione Ecco sei qui per ricordarcelo
Ricordare che tutto è possibile

La scrittura sembra così limitata, questa  lingua pure

No, la scrittura  non può, la parola non può

Il canto, si  

Ha le ali per volare 

Buon Compleanno angelo cavaliere coraggioso

HRDAYAM MAYI AHAMAMRTE AMRTAM BRAMHANI


What a wonderful adventure, the one of coming into this world, isn't it brave knight?

You chose a soft pastel day of May, of an astonishing beauty
The night, because you knew that you were bringing along light to see even in the darkest times.

We chose the house of Birth ACQUALUCE ( literally WATERLIGHT) in Ostia
You were one of the last babies to be born there

They'll understand, They'll understand the sacred importance of being born this way We're here also for this

Greeted into this world with  one amongst the most ancient chants,
By a divine language protected

Yes, we are infinite, you're right
You're here to remind us
Remind us that everything is possible

Writing seems so restrictive, this language I'm expressing with too

No, writing can't, word can't

Chant can

It has the wings to fly

Happy Birthday Angel Brave Knight

HRDAYAM MAYI AHAMAMRTE AMRTAM BRAMHANI 


12/01/16

Vento


La nostra casa canta. Un vento potentissimo che riesce ad intrufolarsi dentro tubi e a far fuoriuscire una voce flautata. La voce del vento è tornata a trovarci. Ah che meraviglia! Ci hai sorpreso ancora, nonostante già ti conoscessimo.Deve averti aperto la strada la luna nuova di due giorni fa. Ci inviti ad accogliere tutti i semi di novità che stai apportando. Vento che pulisci, lavi, spazzi, porti. Ti accogliamo, risvegliati e rinnovati nei sensi. Questo è il potere enorme della natura.
Ieri notte per arrivare alla compostiera che dista una decina di metri dalla finestra della cucina ho affrontato di tutto : turbinii di foglie, bastoni, coperchi, piatti, non ci vedevo più anche perché avevo un ammasso informe di capelli davanti agli occhi. Il vento spingeva in ogni direzione, ma io non lo contrastavo, sapevo che lui era lì anche per me. E così mi sono messa a danzare, col vento. Ha tanto da rivelare, voleva essere ascoltato. E le mie orecchie , assieme ai pori della mia pelle si aprivano, gli occhi, nonostante la miopia e l'oscurità della notte, vedevano, il naso si gustava il profumo della terra bagnata e del vento, si, il vento. Che odore che ha il vento.





' Gioco del Vento' di Davide De Palma

15/07/15

il Pino Maritmico

C'era una volta...


Penserete al titolo di una fiaba. Beh, in realtà si tratta di una fiaba in costruzione, in fieri, che vivo ogni giorno : quella assieme ai miei figli. Per ora siamo arrivati qui : quando 3 anni fa ho cominciato a praticare yoga insieme ad  Anna, ci divertivamo ad imitare le varie sfumature di Vrksasana (posizione dell'albero) possibili a seconda dell'albero che ci sentivamo di rappresentare in quel momento. Capitava così di passare dalle querce con le chiome maestose che accolgono tanti uccelli e la civetta di notte, agli ulivi che possono essere umbri (piccoli) o pugliesi ( giganti), oppure diventavamo   affusolate alla base della chioma e poi più strette e allungate verso il cielo, come una sorta di barba di un vecchio saggio mediorìentale che punta verso le stelle, e allora, era chiaro, ci stavamo sentendo cipressi. Ah, non vi dico quando facevamo il Baobab...quasi sembrava che il corpo non ci bastasse, per quanta ampiezza quell'albero richiede. E se il corpo proprio non bastava ...bisognava andare oltre, eh si! Oltre le braccia, oltre le gambe , giù, giù con le radici oltre la terra e anche la nostra testona andava su fino a toccare le nuvole. Quelle nuvole che, come il Baobab, solo in Africa, in cieli tanto immensi possono esistere. 
Bene, ora capitava che in quel momento spesso ci ritrovassimo a praticare nella casa dove abitavamo a Roma e che davanti a noi si stagliassero alti, gambe magroline  e chioma che sembrava fosse appena uscita dal parrucchiere, i pini marittimi. Ora , Anna, che è sempre stata attratta dai suoni, dalle parole, dal ritmo, cominciò a fare un bellissimo Vrksasana di Pino MARITMICO. Pensavo fosse una bella e creativa invenzione yogica, del momento, quelle intuizioni che ti arrivano nella pratica, nel gioco, la vera , splendida autentica pratica dei bambini. Poi l'altro ieri, mentre parlava con Vittoria, la cuginetta tanto adorata di poco più grande di lei, commentava della varietà dei pini... tra cui i Pini MaRitmici! Seria, convinta e gioiosa.  Non ho avuto l'istinto di correggerla, perché è così bella questa sua creazione. Non siate ansiosi...lasciateci giocare e divertire con i suoni, con la lingua...servisse a togliere un po' di cristallizzata vetustà alla nostra amata lingua madre.

La fiaba continua...perché vi racconterò a breve dell'altro protagonista 

19/12/14

Oltre Luce...

Erano i primi anni del 2000 e scoprivo che esisteva una donna che si chiamava Luce Irigaray, si come la Luce...belga, linguista, filosofa . Io la conobbi passando attraverso l'analisi...oggi mi sembra così lontana eppure a tratti così vicina perché sebbene di strada se ne fa e si continua a camminare, camminare, camminare, inciampare, rialzarsi e guardarsi indietro e poi ripartire beh...le sue parole che potrebbero risuonare troppo psicoanalitiche, a volte sembrano essere necessarie, soprattutto se accolte senza presunzione di dover dimostrare o spiegare nulla a nessuno. Meditiamo. 

"Occorre anche coltivare e sviluppare identità e soggettività al femminile, senza rinunciare a sé stesse. I valori di cui le donne sono portatrici - aggiunge - non sono sufficientemente riconosciuti e apprezzati, anche dalle stesse donne. Però sono valori di cui il mondo oggi ha urgente bisogno, che si tratti di una maggiore cura della natura o di una capacità di entrare in relazione con l'altro".
 
Luce Irigaray

05/12/13

e dissi...Nelson Mandela!




                                         


Le elementari le ho fatte dalle suore, le Maestre Pie Venerini. Al contrario di quanto uno potrebbe pensare, e nonostante i primi tempi di piagnisteo - perchè era più la difficoltà nel ritrovarmi a fare una cosa forzata come stare tutti i giorni (!) tranne la domenica obbligata tra i banchi e non tanto per  l'ambiente religioso in sé -   sono stati anni felici, pieni di ricordi intensi. Accadeva che la suora , suor Utilia, ogni tanto ci facesse domande che facevano partire la mia rocambolesca fantasia, altre mi facevano esplodere dalla voglia di rispondere proprio dal cuore, con un'urgenza che proprio non poteva essere taciuta! Ecco quel giorno suor Utilia ci fece una di queste. Chiese : ' Chi è secondo voi un eroe? Quali sono le persone che ammirate perchè per voi hanno fatto o stanno facendo qualcosa di importante?" Cavolo lo sapevo, eccome se lo sapevo e lo dovevo dire con quella urgenza che veniva da li, proprio dal cuore, si io ce li avevo eccome gli eroi...ma ero indecisa tra tre e dovevamo dirne uno. Caspita...mi giocavo le carte , San Francesco, Martin Luther King e Nelson Mandela! Dicendo san Francesco avrei fatto felice la suora a vita ma non so perchè alla fine dissi di getto...'NELSON MANDELA!'  Ma a 9 anni, quanto ne potevo sapere mai io di Nelson Mandela? Forse alla tv ne avevano parlato, si, ho qualche ricordo. Ogni tanto in quei nosiosi e grigi tg parlavano pure di eroi che sceglievano di rimanere in prigione pur di non rinunciare ai propri ideali, a quello per cui stavano giustamente e tenacemente lottando. E poi un libricino in un campeggio , la stessa collana che parlava di Martin Luther King e di San Francesco, ah si deve essere stato anche grazie a quello, non ricordo bene.  Comunque credo che fosse per questa tenacia, questa fede incrollabile in qualcosa di giusto che me lo faceva sentire come un eroe. ma che scemenza era questa storia di 'segregare' e poi già il suono della parola mi faceva male alle orecchie!

" Io, Io" alzai la mano per dare la mia risposta 'Nelson Mandela!'. Ci stava pure che questo nome era esotico, e mi bastava solo citarlo che già mi sentivo più allegra! E poi il Sud Africa...ma dove sta? Ma quanto deve essere strana laggiù la vita per avere bisogno di un eroe così? 

' Certo' disse suor Utilia 'Nelson Mandela. E come mai per te è un eroe?'
'Perché si sta battendo per combattere il razzismo' (sapevo pure quella parola difficile, perchè a me le lingue sono sempre piaciute e me l'ero imparata, non chiedetemi dove o come, forse da mia sorella, o in quel famoso libretto sulla vita di Mandela che stava al campeggio) 'che li si chiama apartheid!' 
Avevo guadagnato 100 punti! Avevo riscattato la mia pessima figura fatta qualche tempo prima nascondendo un poster di Simon LeBon regalatomi , apparentemente in gran segreto, da un compagno di banco , ma ahimé la suora mi aveva beccato e svergognato davanti a tutta la classe...( e a me che piacevano gli Spandau! cavolo!)

Non chiedetemi perchè... a casa non si parlava tanto di cultura, né di diritti civili, né di apartheid...avrei potuto capire di più una risposta 'San Francesco' visto il contesto e la regione da cui provenivo...

Se è rimasto un eroe? Si, anche oggi,  e la visita a Robben Island quasi 4 anni fa, alla sua cella, con dietro mia figlia e Giuseppe mi è rimasta impressa nel cuore.Forse li ho capito anche il perchè di quella risposta data a 9 anni...

Enkosi Rolihlahla


la foto in alto è stata scattata nel 2010 a Robben Island ,  12 km a largo di Capetown storico aspro luogo di isolamento e di punizione dove dal 1964 al 1990 Nelson Mandela scontò i suoi duri anni di prigionia durante i quali mai rinunciò né rinnegò la lotta anti-apartheid, neanche dietro  proposta di libertà condizionata. 

21/11/13

Uno sbaglio e una magia


Oggi dovevo chiamare una signora e invece mi risponde un simpaticissimo signore con un apertissimo e 'welcomissimo' ( e va bene perdonatemi l'anglicismo o calco linguistico  forzato, ho una contaminazione linguistica dalla nascita...)

-  ' Hellooooooooooooooooo? '

Un 'Hellooooo?' Che non finiva più! Lungo, interminabile e accogliente, con una Voce rotonda, di un colore marrone castagna e calda come questi fuochi che trovi in autunno a scoppiettare nei caminetti. Felicemente sorpresa ho pensato, beh sarà il marito, un amico, qualcuno che risponde per lei. Continuo :
' Buongiorno cercavo la signora..., potrei parlare con lei?' e lui in un inglese dal sapore  medio orientale  con tocchi di africanità, con un modo di esprimersi   calmo e sorprendentemente  sempre più rotondo mi chiede chi fossi e per cosa stavo chiamando in particolare, allora gli rispondo in inglese e  lui mi dice, con un sorriso tra le parole,  che non conosce questa signora e gli dispiace.
'Ah! Oh! devo avere il numero sbagliato o  devo aver digitato male il numero... mi scusi ' E lui, in una escalation di caldi sorrisi che si ascoltavano sotto le trame del suo inglese colorato, mi dice ' Non c'è nessun problema, anzi piacere. è stato un piacere sentire una voce bella e gentile così al telefono'. E io dall'altra parte stavo pensando la stessa cosa, che piacere sentire una voce così ampia e 'dimessa', fluida, nonostante una lingua che si capiva non gli appartenesse, riusciva a comunicare, al di là delle parole, al di là di ogni convenzione linguistico-grammaticale, la sua Voce, la sua trama 'prima', quella vocale, quella più intimamamente identitaria.
"La ringrazio" rispondo,  tra il sorpreso e l'imbarazzato, perchè non ci siamo più abituati a certe bellezze, a certi spontanei e improvvisi scambi di gentilezza e spontaneità. " e le chiedo ancora scusa per averla disturbata"
" Nessun disturbo affatto, è stato bello , dico, davvero che lei sia stata così gentile con me".
In fondo cosa avevo fatto? Mi chiedevo. Avevo sbagliato numero, ho risposto ad una sua domanda in semplicità, ho chiesto scusa per l'errore e il disturbo. Non mi sembrava niente di così trascendentale...eppure oggi per me la voce di questo misterioso uomo è stata come un bel raggio di sole ad asciugare questa giornata fredda e umida e chissà, che non sia stato così anche per lui, da qualche parte...